Bartolo Cattafi

Gedichte


übersetzt von Raoul Schrott


Novembre

Le mosche mature
cadono a gambe in aria
quando viene il pettirosso
e i morti si accendono
davanti ai piedi
piccole fiamme per un giorno


November

Die fliegen wenn sie reif sind
fallen ihre beine in der luft
wenn das rotkehlchen kommt
und die toten fangen feuer
vor den füßen
kleine flammen für einen tag




Araba fenice

Era questo lo scopo della vita
rincorrerla su ogni proda
prima che bruciasse
e che poi per suo conto rinascesse
metterle il sale sulla coda.


Araberin phönix

Und das war der sinn des lebens
ihr hinterherzulaufen auf jedem ufer
bevor es verbrennen
und von sich aus wieder geboren würde
ihm salz auf den schwanz zu streuen.




L'andelo custode

In un bordello
di Tunisi
appena entrato mi chiesero
se ero marinaio
dissi di no ma quasi
dato che sono in giro.
Chi va in giro si porta
tutto quello che ha
anche la febbre.
Ronzanti in sala c'erano
tre ragazze francese
la nordica di Lilla
una italiana
dell'Italia di mezzo
la terza molto mora
araba di Orano
la migliore.
Tu stai male
hai la febbre
mi disse l'italiana.
Le chiesi come diavolo facesse
a indovinarlo
rispose che si vedeva dal rossore
dalla luce degli occhi
dal complesso.
Le replicai Di quello
che ho dentro di me
cosa ne sai
lasciami stare.
Mi toccò la fronte
col palmo della mano
in un lampo la febbre
salì di dieci decimi.
Vattene disse
penso alla tua salute
sono il tuo angelo custode.
Ti ringrazio risposi
ma ora no
non è il caso se pensi
alla mia salute
non fare che peggiori.
E andai con Khedidja l'oranese.
L'angelo da bianca
che era divenne rossa
rimise dentro alla veste
un grosso seno.
Alle spalle mi disse
Con le tue mani
te la scavi la fossa.


Der schutzengel

In einem bordell
in Tunis,
kaum zur tür herein, fragten sie mich,
ob ich matrose sei.
Ich sagte, nein, aber fast,
wo ich doch immer unterwegs bin.
Unterwegs nimmt man alles
mit sich, was einem gehört,
das fieber auch.
Im saal summten
drei französische mädchen.
Die nordische aus Lille,
eine Italienerin
aus Mittelitalien,
die dritte noch schwärzer,
eine Araberin aus Oran,
die beste.
Bist krank,
hast fieber,
meinte die Italienerin.
Ich fragte woran zum teufel
sie das erkennt,
an den roten wangen, dem licht,
den augen, meinem
aussehen, antwortete sie.
Erwiderte ich, was weißt du,
was in mir steckt,
laß mich in frieden.
Mit der offenen hand
fuhr sie mir über die stirn
und auf einen schlag stieg
das fieber um zehn zehntel.
Hau ab, sagte sie,
ich denk an deine gesundheit,
bin dein schutzengel.
Dank dir, antwortete ich,
aber jetzt nicht,
kein grund daran zu denken,
mach's nicht noch schlimmer.
Und ich ging mit Khedidja, der aus Oran.
Der weiße engel
wurde langsam rot,
schob die dicke brust
zurück ins kleid.
Hinter meinem rücken sagte sie,
mit beiden händen
gräbst du dir dein grab.




Da Nyhavn

Non ho molto da dirti, alle ventuno
il mondo comincia a farsi bello
come il globo che pende sulla porta
Si può bere, ballare,
parlare di cose scollacciate
baciare le statue colorite,
dentro vi bollo bene, nel bordello
di musiche e di mescite. Nessuno
sa che contrabbando compio
col petto tatuato, che tesoro
brucia nella grotta
e che grigia
cartuccia, che miccia nelle mani.
Mi scordo della prora,
domani farò la rotta esatta,
ora ho l'esempio, il budello,
la fame dritta e secca dei gabbiani

(Copenaghen, 1952)


Aus Nyhavn

Ich habe dir nicht viel zu sagen, um 21 Uhr
beginnt die welt sich schön zu machen
wie der lampion der über der tür hängt.
Trinken kann man, tanzen,
zoten erzählen
rotwangige statuen küssen,
drinnen brenne ich trotzdem, im bordell
der musik und des ausschanks. Niemand
weiß von dem schmuggel den ich begehe
mit meiner tätowierten brust, welcher schatz
in der höhle glüht
und welche graue
kartusche, welche lunte in den händen.
Auf den bug vergesse ich,
morgen setze ich den festen kurs auf,
jetzt habe ich das beispiel, die gasse,
den aufrecht trockenen hunger der möwe.

(Kopenhagen 1952)




Partenza da Greenwich

Si parte sempre da Greenwich
dallo zero segnato in ogni carta e in questo
grigio sereno colore d'Inghilterra.
Armi e bagagli, belle
speranze a prua,
sprezzando le tavole dei numeri
i calcoli che scattano scorrevoli
come toppe addolcite
da un olio armonioso, in un'esatta
prigione.
Troppe prede s'aggirano tra i fuochi
delle Isole, e navi al largo,
piene, panciute, buone
per essere abbordate dalla ciurma
sciamata ai Tropici
votata alla cattura
di sogni difficili, feroci.
Ed alghe, spume,
il fondo azzurro in cui
pesca il gabbiano del ricordo
posati accanto al grigio
disteso colore
degli occhi, del cuore, della mente,
quano australe ai semi
superstiti del mondo.

(1953)


Abreise von Greenwich

Man geht immer von Greenwich aus
von der null die in jede karte in dieses
leichte grau Englands eingeschrieben ist:
Seesack und waffenpack, die galionsfigur
der hoffnung am bug,
tabellen mißachtend
tabulatoren rechnungen im fluß
wie flicken, die öl
geschmeidig macht in einem genauen
gefängnis.
Zuviel beute geht durch das feuer
der inseln, und die schiffe auf hoher see sind
dick, bäuchig, gut
um geentert zu werden von der besatzung
die nach den tropen auszog
der jagd nach den schwierigen
träumen der gier geweiht.
Und algen, gischt,
der blaue grund in dem
die möwe des gedächtnisses fischt,
liegen neben dem ausgebreiteten grau
von auge, herz und hirn,
guano der südlichen hemisphäre an den
unverdorrten keimen der welt.




Princešs Street

Le grandi ombre sospese nella nebbia
toccano il suolo, vanno
nell'erica degli alti territori,
i Re a cavallo
con fiaccole di fosforo,
i Maghi, gli Emblemi, i Cavalieri.
Non ho l'unguento da mettere sui margini
né la statua che colmi questa nicchia
quando il falco ha fatto il suo viaggio
dal pugno a un cuore.
Copriti il buio del petto, il vuoto sibilante
se il vento entra in Prince's Street come
in un lungo sentiero illuminato.
Nella tasca del nero
impermeabile che sventola al mio fianco
c'è il fiammifero spento, c'è il leggero
tabacco che fumano i fantasmi.

(Edimburgo, 1952)


Prince's Street

Die großen im nebel schwebenden schatten
berühren die erde, ziehen
zum heidekraut anderer reiche,
der König zu pferde
mit phosphorfackeln,
die Zauberer, die Wappen, die Ritter.
Ich habe keine arznei für die narben
noch die statue die diese nische füllt
hat der falke seine reise von der faust
zu einem herz vollzogen.
Decke das dunkel deiner brust, die züngelnde leere
wenn der wind durch die Prince's Street geht wie
auf einem langen hell erleuchteten weg.
In der tasche des schwarzen
regenmantels der an meiner seite flattert
sind die abgebrannten streichhölzer, der helle
tabak den die wiedergänger rauchen.

(Edinburg 1952)




Tiro a segno

In quest'aria la rosa si rovina;
partendo dal pių grande
dei cerchi concentrici,
giungendo al centro del vivo
colore trovare che di giā
vi pascola la nera
la dura la vera cheratina
dšun insetto definitivo...

Dio vi salvi
con la vostra Regina.

(Londra, 1952)


Darts

In diesem wetter verdirbt die rose;
mit dem grössten der konzentrischen
kreise beginnend,
mitten in das hell
der farbe reichend findet sich innen
schon das schwarze das harte das wahre
keratin eines endgültigen insekts weiden...

Gott schütze euch
mit eurer Königin.

(London 1952)




Mio amore non credere

Mio amore non credere che oggi
il pianeta percorra unšaltra orbita,
è lo stesso viaggio tra le vecchie
stazioni scolorite,
vi è sempre un passero sfrullante
nelle aiuole
un pensiero tenace nella mente.
Il tempo gira sul quadrante, giunge
un segno di nebbia sopra il pino
il mondo pende dalla parte del freddo.
Qui le briciole a terra, la brace del camino,
le ali,
le mani basse e intente.

(Lowonsford, 1952)


Meine liebe glaube nicht

Meine liebe glaube nicht daß heute
der planet einen anderen umlauf nimmt,
es bleibt dieselbe reise von einer alten
verwitterten station zur anderen,
ein schwirrender spatz findet sich immer
in jedem beet
ein hartnäckiger gedanke im kopf.
Die zeit dreht sich auf dem zifferblatt,
bis zum zeichen des nebels über den
kiefern lehnt sich die welt auf die
seite der kälte.
Hier die krümel am boden, die glut im kamin,
die flügel,
die hände gesenkt und versunken.

(Lowonsford 1952)




Liffey River

La Birra Guinness ha molte porte scure
sui docks e qualche lume
sparso in un lento
regno di chiatte e di vagoni,
di ruggine vagante lungo il fiume,
dove il cigno e il gabbiano sono amici
col petto bianco puntato contro il fango.
Più avanti, a lato della foce,
un prato di trifoglio nella pioggia:
in mezzo vi s'ammucchiano le nostre
giacche, le anime e i loro
segreti scoloriti, le belle
bottiglie tracannate
da una gola tenera, feroce.
E Christo passa,
astro avvolto di nebbia o nido
per le stanche farfalle che partono da noi,
dolce luce d'olio.

(Dublino, 1952)


Liffey River

Guinness das bier hat viele dunkle tore
auf die docks und einige verstreute
lichter in einem trägen
reich von kähnen und güterwaggons,
von rost das dem fluß entlang treibt
wo der schwan und die möwe freunde sind
mit ihrer gegen den schlamm gestreckten weißen brust.
Weiter noch, auf der höhe der mündung,
eine kleewiese im regen:
da in der mitte stapeln sich unsere
jacken, die seelen und ihre
verblichenen geheimnisse, die schönen
flaschen leer
von einer kehle, weich, wild.
Und Christus geht vorüber,
in nebel gehüllter stern oder nest
für die müden schmetterlinge die von uns ausfliegen,
sanftes öliges licht.

(Dublin 1952)




Plaza De Toros

Il gelsomino s'allarga sulla calda
crosta dei muri, un tempo in alto,
intorno, vedette e astrologhi avvistavano
nubi avverse o amiche, le stesse
stelle d'Arabia.
Siamo immagini inscritte senza sosta
in questo cerchio,
manichini, uomini ed emblemi
di due colori, come qui
è la pelle del toro, rossa, nera.
Scuotiamo in tasca l'obolo che avemmo,
l'oro nobile e allegro,
il tetro piombo.
Il toro ha fuoco, ha forza,
fedele a ciō che dice
l'aspra voce del sangue, ci sospinge.
Cosė accadono fatti,
si gioca a testa e croce ed una viva
vernice tinge lšarena,
qualcuno esce, di lā
dal perimetro, nell'ombra.
Resta un traffico, una festa di formiche
trafelate. Una scena estiva.

(Siviglia, 1953)


Plaza De Toros

Der jasmin breitet sich auf der heißen
kruste der mauer aus, einstmals hoch oben,
einmal ringsum verkündeten posten und astrologen
feind oder freundliche wolken, die selben
sterne Arabiens.
Wir sind bilder, ruhelos
diesem kreis eingeschrieben,
gliederpuppen, männer und embleme
in zwei farben, wie es
das fell des stieres hier ist, rot, schwarz.
Wir spielen mit dem obolos in unserer tasche,
dem heiter gelassenen gold,
dem bitteren blei.
Der stier hat feuer, hat kraft,
er bleibt der sprache des blutes treu,
dem rauh ihrer stimme, die uns vorwärts stößt.
So geschehen die dinge,
man setzt auf kopf oder kreuz und ein leben-
diger firnis färbt die arena,
und einer tritt vor, von dort
aus dem umkreis, in den schatten.
Es bleibt ein treiben, ein fest atemloser
ameisen. Eine szene im sommer.

(Sevilia 1953)




L' agave

Abbandona la sabbia siciliana, la musica e il miele
degli Arabi e dei Greci,
rompi i dolci legami, questo torpido
latte delle radiche,
discendi in mare regina sonnolenta
verde bestia con braccia di dolore
come chi è pronto al varco; nelle grandi
cittā, nelle nevi, nel bosco, nel deserto
carovane camminano in eterno;
viaggia assieme all'anima
fredda dei gabbiani
assieme al cuore fecondo al pesce pregno
che arricchisce la rete più lontana
e la mano lentissima di Dio
venuta in volo da un nido di nebbia.


Die agave

Laß den sizilischen sand, die musik und den honig
der Araber und der Griechen,
zerreiß die sanften fesseln, diese gestockte
milch der wurzeln,
komm herab ins meer schläfrige königin
grünes tier mit den armen des schmerzens
dessen der auf der lauer liegt; in den großen
städten, im schnee, im wald, in der wüste
ziehen die karawanen in alle ewigkeit dahin;
fahre, geh zusammen mit der kalten
seele der möwen
mit dem fruchtbaren herzen dem laichenden fisch
der auch noch die fernsten netze füllt
und die so träge hand Gottes
die von einem nest des nebels im flug herabkam.




Arcipelaghi

Maggio, di primo mattino
la mente gira su se stessa come
un bel prisma un bel cristallo un poco
stordito dalla luce.
Dal soffitto si stacca
neroiridato ilare il festone
delle mosche,
posa su grandi carte azzurre
riparte e lascia
ronzando isole minime, arcipelaghi
forse d'Africa e d'Asia.
Intanto in cielo sempre più si svolge
la mesta bandiera della luce.
Prima di sera l'unghia
scrosta l'isole
le immagini superflue.
Le carte ridiventano deserte.


Archipele

Mai, vom morgen an
kreisen die gedanken um sich selber wie
ein schönes prisma ein schöner kristall ein bißchen
betäubt vom licht.
Von der decke hebt sich
schwarzbogenfarbig fast heiter die girlande
der fliegen ab,
ruht auf großen blauen karten
schwingt sich wieder hoch und läßt
summend winzige inseln zurück, archipele
vielleicht afrikanische oder asiatische.
Unterdessen rollt sich am himmel die flackernde
flagge des himmels immer weiter auf.
Vor dem abend kratzt
der fingernagel die inseln wieder ab
die überflüssigen bilder.
Die karten werden wieder wüste.




Baedeker

Il faro è visibile, vicino,
il mare anche nell'alto
inverno è caldo,
sabbia candida e fine,
in questa
stagione non è caro.
E non è vero. In questa
e in ogni altra stagione
se fai parte del quadro
darai un'orribile moneta.
Scivola, vola,
non immergere un dito,
non indagare sulle squame dšindaco.
I vecchi ingranaggi sono pronti
e precisi, prudenti.
Udrai anche cantare.
Scappa, metti
ali ai piedi
tappi di cera agli orecchi.


Baedeker

Der leuchtturm ist sichtbar, nah,
das meer auch im hohen
winter warm,
weißer und feiner sand,
und in dieser
jahreszeit nicht teuer.
Und es ist auch nicht wahr. In dieser
und in jeder anderen jahreszeit
wenn du zu diesem bild gehörst
wirst du schreckliche münze lassen.
Gleite, flieg,
tauch keinen finger ein,
forsch nicht weiter auf den schuppen des indigo.
Die alten zahnwerke greifen schnell
und präzise, vorsichtig.
Du wirst auch singen hören.
Flieh, verleih
deinen füßen flügel
verstopf die ohren mit wachs.