Bartolo Cattafi Gedichte übersetzt von Raoul Schrott Novembre Le mosche mature cadono a gambe in aria quando viene il pettirosso e i morti si accendono davanti ai piedi piccole fiamme per un giorno November Die fliegen wenn sie reif sind fallen ihre beine in der luft wenn das rotkehlchen kommt und die toten fangen feuer vor den füßen kleine flammen für einen tag Araba fenice Era questo lo scopo della vita rincorrerla su ogni proda prima che bruciasse e che poi per suo conto rinascesse metterle il sale sulla coda. Araberin phönix Und das war der sinn des lebens ihr hinterherzulaufen auf jedem ufer bevor es verbrennen und von sich aus wieder geboren würde ihm salz auf den schwanz zu streuen. L'andelo custode In un bordello di Tunisi appena entrato mi chiesero se ero marinaio dissi di no ma quasi dato che sono in giro. Chi va in giro si porta tutto quello che ha anche la febbre. Ronzanti in sala c'erano tre ragazze francese la nordica di Lilla una italiana dell'Italia di mezzo la terza molto mora araba di Orano la migliore. Tu stai male hai la febbre mi disse l'italiana. Le chiesi come diavolo facesse a indovinarlo rispose che si vedeva dal rossore dalla luce degli occhi dal complesso. Le replicai Di quello che ho dentro di me cosa ne sai lasciami stare. Mi toccò la fronte col palmo della mano in un lampo la febbre salì di dieci decimi. Vattene disse penso alla tua salute sono il tuo angelo custode. Ti ringrazio risposi ma ora no non è il caso se pensi alla mia salute non fare che peggiori. E andai con Khedidja l'oranese. L'angelo da bianca che era divenne rossa rimise dentro alla veste un grosso seno. Alle spalle mi disse Con le tue mani te la scavi la fossa. Der schutzengel In einem bordell in Tunis, kaum zur tür herein, fragten sie mich, ob ich matrose sei. Ich sagte, nein, aber fast, wo ich doch immer unterwegs bin. Unterwegs nimmt man alles mit sich, was einem gehört, das fieber auch. Im saal summten drei französische mädchen. Die nordische aus Lille, eine Italienerin aus Mittelitalien, die dritte noch schwärzer, eine Araberin aus Oran, die beste. Bist krank, hast fieber, meinte die Italienerin. Ich fragte woran zum teufel sie das erkennt, an den roten wangen, dem licht, den augen, meinem aussehen, antwortete sie. Erwiderte ich, was weißt du, was in mir steckt, laß mich in frieden. Mit der offenen hand fuhr sie mir über die stirn und auf einen schlag stieg das fieber um zehn zehntel. Hau ab, sagte sie, ich denk an deine gesundheit, bin dein schutzengel. Dank dir, antwortete ich, aber jetzt nicht, kein grund daran zu denken, mach's nicht noch schlimmer. Und ich ging mit Khedidja, der aus Oran. Der weiße engel wurde langsam rot, schob die dicke brust zurück ins kleid. Hinter meinem rücken sagte sie, mit beiden händen gräbst du dir dein grab. Da Nyhavn Non ho molto da dirti, alle ventuno il mondo comincia a farsi bello come il globo che pende sulla porta Si può bere, ballare, parlare di cose scollacciate baciare le statue colorite, dentro vi bollo bene, nel bordello di musiche e di mescite. Nessuno sa che contrabbando compio col petto tatuato, che tesoro brucia nella grotta e che grigia cartuccia, che miccia nelle mani. Mi scordo della prora, domani farò la rotta esatta, ora ho l'esempio, il budello, la fame dritta e secca dei gabbiani (Copenaghen, 1952) Aus Nyhavn Ich habe dir nicht viel zu sagen, um 21 Uhr beginnt die welt sich schön zu machen wie der lampion der über der tür hängt. Trinken kann man, tanzen, zoten erzählen rotwangige statuen küssen, drinnen brenne ich trotzdem, im bordell der musik und des ausschanks. Niemand weiß von dem schmuggel den ich begehe mit meiner tätowierten brust, welcher schatz in der höhle glüht und welche graue kartusche, welche lunte in den händen. Auf den bug vergesse ich, morgen setze ich den festen kurs auf, jetzt habe ich das beispiel, die gasse, den aufrecht trockenen hunger der möwe. (Kopenhagen 1952) Partenza da Greenwich Si parte sempre da Greenwich dallo zero segnato in ogni carta e in questo grigio sereno colore d'Inghilterra. Armi e bagagli, belle speranze a prua, sprezzando le tavole dei numeri i calcoli che scattano scorrevoli come toppe addolcite da un olio armonioso, in un'esatta prigione. Troppe prede s'aggirano tra i fuochi delle Isole, e navi al largo, piene, panciute, buone per essere abbordate dalla ciurma sciamata ai Tropici votata alla cattura di sogni difficili, feroci. Ed alghe, spume, il fondo azzurro in cui pesca il gabbiano del ricordo posati accanto al grigio disteso colore degli occhi, del cuore, della mente, quano australe ai semi superstiti del mondo. (1953) Abreise von Greenwich Man geht immer von Greenwich aus von der null die in jede karte in dieses leichte grau Englands eingeschrieben ist: Seesack und waffenpack, die galionsfigur der hoffnung am bug, tabellen mißachtend tabulatoren rechnungen im fluß wie flicken, die öl geschmeidig macht in einem genauen gefängnis. Zuviel beute geht durch das feuer der inseln, und die schiffe auf hoher see sind dick, bäuchig, gut um geentert zu werden von der besatzung die nach den tropen auszog der jagd nach den schwierigen träumen der gier geweiht. Und algen, gischt, der blaue grund in dem die möwe des gedächtnisses fischt, liegen neben dem ausgebreiteten grau von auge, herz und hirn, guano der südlichen hemisphäre an den unverdorrten keimen der welt. Princešs Street Le grandi ombre sospese nella nebbia toccano il suolo, vanno nell'erica degli alti territori, i Re a cavallo con fiaccole di fosforo, i Maghi, gli Emblemi, i Cavalieri. Non ho l'unguento da mettere sui margini né la statua che colmi questa nicchia quando il falco ha fatto il suo viaggio dal pugno a un cuore. Copriti il buio del petto, il vuoto sibilante se il vento entra in Prince's Street come in un lungo sentiero illuminato. Nella tasca del nero impermeabile che sventola al mio fianco c'è il fiammifero spento, c'è il leggero tabacco che fumano i fantasmi. (Edimburgo, 1952) Prince's Street Die großen im nebel schwebenden schatten berühren die erde, ziehen zum heidekraut anderer reiche, der König zu pferde mit phosphorfackeln, die Zauberer, die Wappen, die Ritter. Ich habe keine arznei für die narben noch die statue die diese nische füllt hat der falke seine reise von der faust zu einem herz vollzogen. Decke das dunkel deiner brust, die züngelnde leere wenn der wind durch die Prince's Street geht wie auf einem langen hell erleuchteten weg. In der tasche des schwarzen regenmantels der an meiner seite flattert sind die abgebrannten streichhölzer, der helle tabak den die wiedergänger rauchen. (Edinburg 1952) Tiro a segno In quest'aria la rosa si rovina; partendo dal pių grande dei cerchi concentrici, giungendo al centro del vivo colore trovare che di giā vi pascola la nera la dura la vera cheratina dšun insetto definitivo... Dio vi salvi con la vostra Regina. (Londra, 1952) Darts In diesem wetter verdirbt die rose; mit dem grössten der konzentrischen kreise beginnend, mitten in das hell der farbe reichend findet sich innen schon das schwarze das harte das wahre keratin eines endgültigen insekts weiden... Gott schütze euch mit eurer Königin. (London 1952) Mio amore non credere Mio amore non credere che oggi il pianeta percorra unšaltra orbita, è lo stesso viaggio tra le vecchie stazioni scolorite, vi è sempre un passero sfrullante nelle aiuole un pensiero tenace nella mente. Il tempo gira sul quadrante, giunge un segno di nebbia sopra il pino il mondo pende dalla parte del freddo. Qui le briciole a terra, la brace del camino, le ali, le mani basse e intente. (Lowonsford, 1952) Meine liebe glaube nicht Meine liebe glaube nicht daß heute der planet einen anderen umlauf nimmt, es bleibt dieselbe reise von einer alten verwitterten station zur anderen, ein schwirrender spatz findet sich immer in jedem beet ein hartnäckiger gedanke im kopf. Die zeit dreht sich auf dem zifferblatt, bis zum zeichen des nebels über den kiefern lehnt sich die welt auf die seite der kälte. Hier die krümel am boden, die glut im kamin, die flügel, die hände gesenkt und versunken. (Lowonsford 1952) Liffey River La Birra Guinness ha molte porte scure sui docks e qualche lume sparso in un lento regno di chiatte e di vagoni, di ruggine vagante lungo il fiume, dove il cigno e il gabbiano sono amici col petto bianco puntato contro il fango. Più avanti, a lato della foce, un prato di trifoglio nella pioggia: in mezzo vi s'ammucchiano le nostre giacche, le anime e i loro segreti scoloriti, le belle bottiglie tracannate da una gola tenera, feroce. E Christo passa, astro avvolto di nebbia o nido per le stanche farfalle che partono da noi, dolce luce d'olio. (Dublino, 1952) Liffey River Guinness das bier hat viele dunkle tore auf die docks und einige verstreute lichter in einem trägen reich von kähnen und güterwaggons, von rost das dem fluß entlang treibt wo der schwan und die möwe freunde sind mit ihrer gegen den schlamm gestreckten weißen brust. Weiter noch, auf der höhe der mündung, eine kleewiese im regen: da in der mitte stapeln sich unsere jacken, die seelen und ihre verblichenen geheimnisse, die schönen flaschen leer von einer kehle, weich, wild. Und Christus geht vorüber, in nebel gehüllter stern oder nest für die müden schmetterlinge die von uns ausfliegen, sanftes öliges licht. (Dublin 1952) Plaza De Toros Il gelsomino s'allarga sulla calda crosta dei muri, un tempo in alto, intorno, vedette e astrologhi avvistavano nubi avverse o amiche, le stesse stelle d'Arabia. Siamo immagini inscritte senza sosta in questo cerchio, manichini, uomini ed emblemi di due colori, come qui è la pelle del toro, rossa, nera. Scuotiamo in tasca l'obolo che avemmo, l'oro nobile e allegro, il tetro piombo. Il toro ha fuoco, ha forza, fedele a ciō che dice l'aspra voce del sangue, ci sospinge. Cosė accadono fatti, si gioca a testa e croce ed una viva vernice tinge lšarena, qualcuno esce, di lā dal perimetro, nell'ombra. Resta un traffico, una festa di formiche trafelate. Una scena estiva. (Siviglia, 1953) Plaza De Toros Der jasmin breitet sich auf der heißen kruste der mauer aus, einstmals hoch oben, einmal ringsum verkündeten posten und astrologen feind oder freundliche wolken, die selben sterne Arabiens. Wir sind bilder, ruhelos diesem kreis eingeschrieben, gliederpuppen, männer und embleme in zwei farben, wie es das fell des stieres hier ist, rot, schwarz. Wir spielen mit dem obolos in unserer tasche, dem heiter gelassenen gold, dem bitteren blei. Der stier hat feuer, hat kraft, er bleibt der sprache des blutes treu, dem rauh ihrer stimme, die uns vorwärts stößt. So geschehen die dinge, man setzt auf kopf oder kreuz und ein leben- diger firnis färbt die arena, und einer tritt vor, von dort aus dem umkreis, in den schatten. Es bleibt ein treiben, ein fest atemloser ameisen. Eine szene im sommer. (Sevilia 1953) L' agave Abbandona la sabbia siciliana, la musica e il miele degli Arabi e dei Greci, rompi i dolci legami, questo torpido latte delle radiche, discendi in mare regina sonnolenta verde bestia con braccia di dolore come chi è pronto al varco; nelle grandi cittā, nelle nevi, nel bosco, nel deserto carovane camminano in eterno; viaggia assieme all'anima fredda dei gabbiani assieme al cuore fecondo al pesce pregno che arricchisce la rete più lontana e la mano lentissima di Dio venuta in volo da un nido di nebbia. Die agave Laß den sizilischen sand, die musik und den honig der Araber und der Griechen, zerreiß die sanften fesseln, diese gestockte milch der wurzeln, komm herab ins meer schläfrige königin grünes tier mit den armen des schmerzens dessen der auf der lauer liegt; in den großen städten, im schnee, im wald, in der wüste ziehen die karawanen in alle ewigkeit dahin; fahre, geh zusammen mit der kalten seele der möwen mit dem fruchtbaren herzen dem laichenden fisch der auch noch die fernsten netze füllt und die so träge hand Gottes die von einem nest des nebels im flug herabkam. Arcipelaghi Maggio, di primo mattino la mente gira su se stessa come un bel prisma un bel cristallo un poco stordito dalla luce. Dal soffitto si stacca neroiridato ilare il festone delle mosche, posa su grandi carte azzurre riparte e lascia ronzando isole minime, arcipelaghi forse d'Africa e d'Asia. Intanto in cielo sempre più si svolge la mesta bandiera della luce. Prima di sera l'unghia scrosta l'isole le immagini superflue. Le carte ridiventano deserte. Archipele Mai, vom morgen an kreisen die gedanken um sich selber wie ein schönes prisma ein schöner kristall ein bißchen betäubt vom licht. Von der decke hebt sich schwarzbogenfarbig fast heiter die girlande der fliegen ab, ruht auf großen blauen karten schwingt sich wieder hoch und läßt summend winzige inseln zurück, archipele vielleicht afrikanische oder asiatische. Unterdessen rollt sich am himmel die flackernde flagge des himmels immer weiter auf. Vor dem abend kratzt der fingernagel die inseln wieder ab die überflüssigen bilder. Die karten werden wieder wüste. Baedeker Il faro è visibile, vicino, il mare anche nell'alto inverno è caldo, sabbia candida e fine, in questa stagione non è caro. E non è vero. In questa e in ogni altra stagione se fai parte del quadro darai un'orribile moneta. Scivola, vola, non immergere un dito, non indagare sulle squame dšindaco. I vecchi ingranaggi sono pronti e precisi, prudenti. Udrai anche cantare. Scappa, metti ali ai piedi tappi di cera agli orecchi. Baedeker Der leuchtturm ist sichtbar, nah, das meer auch im hohen winter warm, weißer und feiner sand, und in dieser jahreszeit nicht teuer. Und es ist auch nicht wahr. In dieser und in jeder anderen jahreszeit wenn du zu diesem bild gehörst wirst du schreckliche münze lassen. Gleite, flieg, tauch keinen finger ein, forsch nicht weiter auf den schuppen des indigo. Die alten zahnwerke greifen schnell und präzise, vorsichtig. Du wirst auch singen hören. Flieh, verleih deinen füßen flügel verstopf die ohren mit wachs. |